Roma, 22 Mag 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – da GDT – È evidente che per parlare di inclusione il Ministero della Difesa non ha nulla da raccontare in termini di difesa e sicurezza. Seguiamo. – Inclusione che parola importante, talmente importante da erigerla a tema con cui il ministero della Difesa accompagnerà la parata del 2 giugno 2019, ma inclusione di chi? Di cosa? Non è dato sapersi, ma ci faranno di sicuro una bella conferenza stampa.
Un tema originale per una sfilata militare, strumento un tempo utilizzato con fini di politica internazionale e volto a mostrare le capacità belliche e la determinazione di uno Stato, ma forse non è questo l’obiettivo odierno dello sfilamento di forze e chissà quali arzigogoli concettuali ci si dovrà inventare per far stare assieme i bombardamenti su Belgrado con i morti in mare nel Mediterraneo, piuttosto che la Seconda Guerra Mondiale con il terremoto in Abruzzo, per non parlare delle undici Battaglie dell’Isonzo con la disabilità.
È chiaro che quelle precedentemente elencate sono tutte cose che tra loro non hanno nulla a che vedere, ma ciò su cui si vuole porre l’accento è proprio questo, la tendenza ormai comune, quando non si ha nulla da dire nel proprio ambito, ad invadere maldestramente quello altrui.
È evidente che per parlare di inclusione il Ministero della Difesa non ha nulla da raccontare in termini di difesa e sicurezza, se intende dare ai cittadini italiani un messaggio sull’inclusione deve aver completamente modificato i propri parametri di approccio comunicativo ed i gruppo obiettivo di riferimento, peraltro gettandosi in un argomento rischioso, perché quando si parla di inclusione occorre entrare nell’ambito degli esclusi; L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/lettere-al-direttore/le-inclusive-invasioni-di-campo-del-2-giugno?fbclid=IwAR0zSErUQFODoNnRtnDT15jooUpuhs3_dA0X3zbQ7IqkdqIxYOfRRlsxMY8