Afghanistan e aree di crisi: L’Italia aiuti gli interpreti locali minacciati di morte

Roma, 31 Dic 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Giorgio Battisti – Queste persone quando la sera tornano a casa rischiano di essere soggetti (con le loro famiglie) a intimidazioni e pressioni per rivelare quello che hanno visto e saputo sui contingenti internazionali. Seguiamo. – Nessuno li protegge. Non c’è giorno in cui non vengano minacciati di morte o uccisi: si tratta degli interpreti locali, coloro che operano in Afghanistan (e nelle altre aree di crisi) in supporto ai militari dei contingenti stranieri e alle organizzazioni internazionali.

È una drammatica realtà che non ha trovato particolare attenzione a livello nazionale, a meno di rare iniziative giornalistiche di coloro che sono stati sul terreno e conoscono bene la situazione, come l’articolo di Fausto Biloslavo e di Matteo Carnieletto, I leali servitori dell’Italia abbandonati alle vendette, pubblicato il 27 dicembre 2020 su Il Giornale, che ha evidenziato la condizione del personale afghano che da circa 20 anni ha operato e opera tuttora a favore delle forze italiane presenti in quel Paese.

Il problema è già emerso all’estero grazie a numerose iniziative che hanno sollevato la questione degli interpreti locali che, pur essendo spesso ignorata o sottovalutata dai Governi, viene gestita da associazioni di volontari che cercano di sensibilizzare le Istituzioni affinché siano mantenute le promesse fatte e di far sì che queste persone possano vivere tranquillamente la loro vita. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilgiornale.it/news/politica/litalia-li-aiuti-e-accolga-chi-ne-fa-richiesta-1913213.html

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