Roma, 30 Nov 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Gian Micalessin – I quasi novecento soldati presenti in Afghanistan rappresentano il secondo contingente della Nato dopo quello americano. Segue. – A far notizia sui siti e sui giornali d’oltreoceano è la morte di un contractor e di tre militari americani massacrati da un ordigno dei talebani mentre si spostavano su un mezzo blindato nella provincia di Ghazni.
L’agguato rappresenta uno dei colpi più duri subiti dal contingente Usa sul fronte afghano dopo il massacro di sei militari statunitensi uccisi nel dicembre 2015 da un singolo motociclista suicida.
In termini strategici il vero problema dell’Afghanistan non è però il numero dei caduti americani, quanto quello delle perdite afghane.
Stando ai dati, trapelati nonostante il segreto imposto da Washington e da Kabul, le perdite dell’esercito afghano superano ultimamente i trenta-quaranta uomini al giorno oltrepassando così la soglia degli oltre mille morti al mese.
Un ritmo insostenibile per una forza militare scarsamente motivata e falcidiata, oltre che dalle incursioni dei talebani, anche dalle diserzioni.
Queste ultime, secondo le statistiche della scorsa primavera, avrebbero assottigliato del dieci per cento le truppe governative spingendo il numero degli effettivi sotto la soglia delle 300mila unità. Il numero crescente di caduti negli scontri con i talebani rende ancor più difficile la sostituzione di morti e disertori. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.occhidellaguerra.it/afghanistan-baratro/