Attacchi informatici: Il cyberterrorismo ai tempi del Covid-19

Roma, 08 Giu 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Stefano Dambruoso – L’analisi di Stefano Dambruoso, magistrato esperto di terrorismo internazionale. Segue. – In un mondo sempre più digitale e interconnesso, l’emergenza coronavirus ha sollecitato la riorganizzazione del lavoro ampliando le modalità di smartworking da remoto al fine di evitare assembramenti e utilizzo di mezzi di trasporto pubblico. Ma allo stesso tempo è cresciuta la minaccia di attacchi cyber da parte di gruppi terroristi internazionali.

LO STATO ISLAMICO. Tuttavia, sebbene l’innalzarsi del rischio percepito dall’intelligence si è fortunatamente riscontrato che a oggi i terroristi non dispongono ancora delle risorse e del personale per realizzare complesse operazioni cyber in grado di mettere a repentaglio vite umane.

L’Isis, che durante il periodo di massima potenza del califfato aveva a disposizione vere e proprie unità di miliziani votate agli attacchi cibernetici, ha portato a termine solo attacchi di tipo rudimentale, come defacing (alterare o modificare un sito web, di solito inserendo minacce o insulti) o doxing (cioè pubblicazione di dati sensibili online).

E infatti un caso di defacing è stato l’attacco contro il profilo Twitter e YouTube del Central Command (CentCom) delle forze armate statunitensi, il comando responsabile per il Medio Oriente e quindi anche per le operazioni anti Isis in Siria e Iraq.

Invece, come doxing si possono annoverare vari episodi in cui hacker del Califfato hanno postato sulla rete vere e proprie kill-list di militari e appartenenti alle forze di polizia, con l’esortazione a colpirli perché miscredenti. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2020/06/cyberterrorismo-ai-tempi-del-covid-19-lanalisi-dambruoso/

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