Audizione del Ministro della Difesa. I dubbi di un nostro utente che sicuramente tutti si pongono.

 

mauro-18062013

Signor Ministro,

ho ascoltato (e annotato) la sua audizione presso le Commissioni Difesa Camera e Senato del 12 dicembre u.s. e sono rimasto molto colpito dalle sue argomentazioni riguardo all’istituto dell’esenzione dal servizio.

Lei ha snocciolato alcuni dati che qui riporto fedelmente:

“… riduzione degli organici del personale militare, che in termini di esubero stimato interesserà 18.640 unità in otto anni, secondo un piano di programmazione triennale scorrevole pilotato dalla Funzione Pubblica. L’attenzione dei media, peraltro, per un errore di comunicazione indotto dal linguaggio tecnico della materia, si è focalizzata sul trattamento economico corrisposto, ritenuto eccessivo in quanto pari all’85% delle competenze fondamentali accessorie fisse e continuative. Nonché sulla possibile durata massima prevista che potrà coprire l’arco di 10 anni antecedenti al collocamento in congedo. In realtà il trattamento economico che potrà essere corrisposto non corrisponderà affatto, come da rappresentazione, all’85% dell’intera busta paga ordinariamente spettante al militare in servizio, ma approssimativamente al massimo a circa al 70% della stessa e del tutto infondata poi risulta ogni affermazione circa un presunto regalo pensionistico considerato che i contributi previdenziali dovranno essere versati anche per la quota a carico del lavoratore rapportandoli al 100% della base di computo. Dalle relative simulazioni effettuate emerge che l’eventuale trattamento dovuto agli interessati con riferimento a situazioni basiche potrà oscillare da un minimo di circa € 1.400 fino ad un massimo di € 2.200 netti mensili, cifre corrispondenti al 70% della busta paga ordinariamente spettante. L’istituto peraltro non costituisce una novità per l’ordinamento giuridico, giacché è stato mutuato dall’esonero dal servizio previsto per i pubblici dipendenti, compresi quelli delle amministrazioni statali tra cui gli stessi militari ai sensi dell’articolo 72 del decreto legge 112 del 2008, che stabiliva la corresponsione al massimo del 70% dell’ultimo trattamento economico complessivamente goduto e l’applicazione nei soli cinque anni antecedenti al raggiungimento dalla massima anzianità contributiva, all’epoca 40 anni. In tali termini l’istituto ha registrato tra i militari una scarsissima adesione, cioè non oltre 150 unità. In ogni caso, pur ritenendo l’istituto nella sua attuale conformazione adeguato al perseguimento alle finalità di rimodulazione in riduzione degli organici, il Governo si è fatto responsabilmente carico, a medio tempo, di una verifica tecnico-politica dell’istituto indicato. Posso, quindi, qui comunicare che non vi sono pregiudiziali di contrarietà a modifiche che attengano i profili di equità sociale della misura…

Ecco alla luce da quanto lei affermato in commissione, come fa ad essere così sicuro che un Maresciallo con € 2000 al mese, e un ufficiale con 3200/3500 al mese, da un giorno all’altro, decide “volontariamente” di ridursi lo stipendio rispettivamente il maresciallo a € 1200/1400 al mese e l’ufficiale a €2000/2200 al mese, senza contare poi che il precitato personale deve pagarsi anche una parte di contributi per la pensione?

Come fa ad essere così sicuro che 18.640 unità “volontariamente” – appena approvata questa legge – faranno domanda per andare a casa 7-8-9-10 anni prima e ridursi lo stipendio?

Per quale scopo?

Ma lei si è reso conto che stiamo attraversando la più grave crisi economica del dopoguerra?

Oppure le si riferisce a un’adesione “spintanea” del personale, magari costringere i personale in causa con trasferimenti d’autorità in sedi lontani a 800 km da casa e come alternativa andare volontariamente in esenzione dal servizio?

Ecco, questi sono i miei dubbi. E non mi parli poi di un’eventuale impiego nella Pubblica Amministrazione nazionale/locale. Lei, in quanto politico, sa meglio di me che è un’opzione di “copertura” perché nessuna amministrazione civile locale si sogna di prendere degli ex militari come dipendenti anche perché quei posti vengono “divisi” sul posto.

Come da lei riferito in commissione il precedente istituto del 2008 (andare in pensione con 40 anni di contributi a cinque anni dalla pensione al 70% della busta paga) ha ottenuto una scarsissima adesione circa 150 adesioni.

Un fallimento!

Alla luce di ciò, come fa lei ha mostrare, nell’istituto “esenzione dal servizio”, tanta fiducia?

Forse lei ci nasconde qualcosa??

NIC

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