Caso Sea Watch: Il punto di Paolo Becchi

Roma, 02 Lug 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Paolo Becchi e Giuseppe Palma – Becchi: “Il governo italiano convochi l’ambasciatore tedesco a Roma e chieda spiegazioni”. (Segue articolo). – Si parla tanto di Unione europea e di partner europei, ma poi ognuno fa i cavoli suoi e ti pugnalano pure alle spalle. L’ ultima testimonianza è rappresentata dalla totale assenza della Ue nella gestione di quaranta migranti sulla nave Sea Watch.

Ma fosse solo questo il problema. Ormai ci siamo abituati. C’ è di peggio. Ieri, dopo l’ arresto sacrosanto di Carola Rackete – capitano della Ong “pirata” che ha violato tutte le leggi possibili ed immaginabili – il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha twittato: «Salvare la vita umana è un dovere umanitario. Il soccorso in mare non può venire criminalizzato. La giustizia italiana chiarisca velocemente queste accuse».

Un’ingerenza indebita e inaccettabile, almeno per tre motivi. Il primo riguarda la giurisdizione, che è esclusivamente italiana per via del principio generale “locus commissi delicti” (art. 8 del codice di procedura penale).

Il reato più grave (tentata strage quando la “capitana” ha schiacciato la motovedetta della nostra Guardia di Finanza), è quello che determina la competenza giurisdizionale in materia penale, che quindi è senza dubbio italiana.

Secondo aspetto è quello del presunto carattere umanitario con cui il ministro degli Esteri tedesco vorrebbe proteggere la sua connazionale. Non regge. Umanitario è semmai il tentativo di salvare le vite di persone che stanno annegando, non di violare tutte le leggi nazionali e del diritto internazionale per costruirsi l’ immagine di eroina.  L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/13478857/sea-watch-paolo-becchi-ingerenza-inaccettabile-germania-elisabetta-trenta-grande-assente.html

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