Cronaca: Il peso delle parole nella giungla dei social

Roma, 09 Feb 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mario Mattei – C’è un’enorme e intricata giungla social dalla quale pare impossibile uscire. Segue. – Istigazione al suicidio. È l’ipotesi di reato a cui sta lavorando la Procura di Brescia dopo la morte dell’agente Gian Marco Lorito. Un processo per lui non ci sarà mai, ma il tribunale della rete lo aveva già condannato: fino a spingerlo alla morte.

E poco altro ci sarebbe da aggiungere, se non che qualche giorno dopo quel tragico episodio eccone accadere un altro, stavolta a base di alcol, un incidente stradale nel quale ha perso la vita un ragazzo di 18 anni. L’ha documentato, dall’inizio alla fine, tramite alcune stories di Instagram, l’amico che guidava l’auto coinvolta: gli aperitivi, la macchina distrutta, i soccorsi.

Ancora una volta, un palcoscenico social si è sostituito alla realtà, non tenendo in considerazione nemmeno il dramma che si stava consumando proprio in quei momenti, con l’amico a lottare invano per la vita in ospedale. C’è un’enorme e intricata giungla social dalla quale pare impossibile uscire.

Addirittura anche Fiorello se n’è accorto in questi giorni sanremesi, portando proprio ad esempio il fatto dell’agente suicida: «Noi parliamo tanto di cyberbullismo e non valutiamo le conseguenze? – ha detto nelle scorse ore in riferimento al contrasto in atto con Tiziano Ferro -.

C’è un vigile che si è suicidato in questi giorni per gli attacchi sul web». L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.bresciaoggi.it/home/spazio-lettori/blog/editoriale/il-peso-delle-parole-nella-giungla-social-1.7930628

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