Cronaca: la morte di Ilaria Alpi

Roma, 19 Giu 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Edoardo Vicomanni – In questo articolo si ripercorrono le tappe dalla sua morte fino ad oggi. Leggiamo di seguito. – Era un pomeriggio molto caldo quello del 20 marzo 1994 a Mogadiscio, quando la giornalista Ilaria Alpi e il suo operatore Miran Hrovatin vengono freddati con un colpo alla nuca. Era un commando di sei killer. Avevano scoperto qualcosa che non dovevano scoprire. Si erano interessati ad affari troppo pericolosi.

In una Somalia dilaniata dalla guerra civile, il terreno era fertile per la proliferazione degli affari illeciti: rifiuti tossici, armi, tangenti, riciclaggio di denaro.

Fra i protagonisti forse comparivano anche la cooperazione italiana, i servizi segreti e la CIA. Ilaria Alpi era andata troppo a fondo.

Nonostante fosse in Somalia per documentare la missione di pace dell’esercito italiano, capì che il suo scopo non era ascoltare le conferenze dei generali dell’esercito, ma comporre pezzi sul giornalismo d’inchiesta.

La pista giornalistica aveva portato loro ad un’autostrada eclatante: la Garoe-Bosaso. Strada di chilometri e chilometri che attraversava il nulla, apparentemente inutile, ma ottima per seppellire i bidoni di rifiuti tossici.

Nel porto di Bosaso (anonimo villaggio di pescatori nel Nord della Somalia), dove Ilaria si recò parecchie volte, avvenivano movimenti molto sospetti.

Navi pirata etichettate come navi da pesca che non contenevano celle frigorifere, navi misteriosamente affondate con un carico sospetto a bordo.

Ilaria Alpi intervistando signori della guerra, sultani, uomini dei servizi segreti, forse era arrivata alla verità. Aveva scoperto che parte delle armi somale andavano dritte in Jugoslavia per alimentare un altro conflitto. L’articolo completo prosegue qui >>> https://secolo-trentino.com/attualita/ilaria-alpi-ripercorrendo-le-tappe-dalla-sua-morte-ad-oggi/

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