Cronaca: Libia, gli 8 pescatori italiani ancora nella mani di Haftar

Roma, 26 Set 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Dal 2 settembre i pescatori sono stati portati a terra e da quel momento si sono interrotte le comunicazioni telefoniche. Segue. – Otto pescatori italiani sequestrati in Libia da settimane e l’Italia sotto ricatto di Haftar. Dopo 24 giorni dal fermo al largo delle coste di Bengasi dei pescherecci italiani Medinea e Antartide, bloccati per ordine del Comando generale dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) di Khalifa Haftar, dalla Farnesina fanno sapere che sono in corso trattative per il rilascio degli equipaggi, di cui fanno parte anche 10 stranieri alcuni dei quali residenti in Italia da anni.

Ma il tempo corre e familiari e amici sono sempre più preoccupati: “Vogliamo risposte dal governo. Riuscire a riportare i marittimi a bordo sarebbe un passo avanti positivo”, fanno sapere.

Il generale alza la posta. Ma Haftar prova ad alzare la posta, prima chiedendo il rilascio di alcuni libici detenuti in Italia per traffico di esseri umani, e poi accusando i pescatori di traffico di droga.

Il sospetto è che il generale cerchi di ottenere dall’Italia l’appoggio politico per perseguire l’obiettivo di arrivare al comando della Libia. Un tentativo che oggi, alla luce dell’annuncio delle dimissioni di Fayez al Sarraj da capo del governo di unità nazionale voluto dall’Onu, potrebbe avere ripercussioni sulle trattative per la stabilizzazione del Paese.

L’armatore Medinea: “Riportare i marittimi a bordo sarebbe un passo positivo”. Dal 2 settembre i pescatori sono stati portati a terra e da quel momento si sono interrotte le comunicazioni telefoniche. L’articolo completo prosegue qui >>> https://ofcs.report/internazionale/difesa-e-sicurezza-nazionale/libia-pescatori-italiani-ancora-nella-mani-di-haftar/#gsc.tab=0

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