Roma, 14 Set 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Bertolini – Bertolini: “il termine ‘colpevole’ sul quale mi soffermerò oltre, va usato con molto giudizio”. Segue. – Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha condannato definitivamente ai fini civili il Generale Bruno Stano a rifondere le famiglie dei Caduti di Nassiriya.
La sentenza pare paradossale se si tiene conto che segue un processo penale nel quale Stano era stato assolto ma non c’è dubbio che si basa su leggi in vigore, ancorché evidentemente tali da favorire cortocircuiti analoghi a quelli che condannano i patres familiarum che rispondono con la violenza alla violenza di chi irrompe nottetempo nelle abitazioni dei loro cari. Ma questo è un altro discorso… o forse no.
Ciò premesso, torniamo comunque al punto ponendoci una domanda: al di là della verità “giudiziaria” della sentenza e sulla quale non si può discutere, chi è il vero colpevole della strage di Nassirya?
Prima di tutto sarebbe bene osservare che, anche per una mentalità accuratamente de-militarizzata come quella italiana, il concetto di “colpevolezza” per i morti in combattimento andrebbe approfondito.
Perché, sia chiaro, è di combattimento che si tratta, visto che l’Irak del 2003 non era un paese pacificato, nel quale le varie fazioni avevano concordato una pace sulla quale vigilare con piglio di notarile interposizione; al contrario, era un paese nel quale ancora operava un’opposizione armata all’occupazione statunitense e della coalizione occidentale, e nel quale ogni giorno venivano condotte operazioni di taglio eminentemente militare, da entrambe le parti. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.analisidifesa.it/2019/09/la-condanna-del-generale-stano-simbolo-di-una-societa-de-militarizzata/