Trieste, 08 Ott 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Rinelli – Un poliziotto muore perché ogni giorno un cittadino, un politico, un uomo di potere specula sul suo aver fatto. (Segue articolo). – Trieste, un normale accompagnamento in Questura si trasforma in tragedia ma è in quella normalità che si nasconde il pericolo principale.
Un poliziotto muore perché è solo, abbandonato da chi decide di vederlo sempre colpevole, dal cittadino che lo chiama, quando ha bisogno ma che lo disprezza tutte le altre volte.
Un poliziotto muore perché non può essere “cattivo”, non può esibire proverbiale autorevolezza, anzi, deve essere amico, abbassare il livello di conflitto, sdrammatizzare la portata del suo agire per evitare assolutamente l’uso della forza.
Un poliziotto muore perché ogni giorno un cittadino, un politico, un uomo di potere specula sul suo aver fatto, o non aver fatto rendendo il suo quotidiano servizio un problema da gestire per sé stesso e non per risolverlo agli altri.
Un poliziotto muore perché spesso può avere paura di farlo, perché un muro quando è dritto è diritto, senza speculazioni, senza giri di parole.
Un poliziotto muore perché è eroe solo quando muore ed è più facile far tacere la sua famiglia, i suoi figli e non quelli che ci dicono dobbiamo combattere. L’articolo completo prosegue qui >>> https://paroleingiaccablu.wordpress.com/2019/10/05/perche-un-poliziotto-muore/
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