Roma, 27 Apr 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Rinelli – Non sono i giudici a essere ignoranti ma lo è quel sistema che li porta ad esserlo. Segue. – È diventata virale la vicenda della pattuglia delle volanti di Torino dove un Senegalese si è reso protagonista di una resistenza a pubblico ufficiale, con tanto di punti di sutura a carico del poliziotto, conclusasi con l’ordine di immediata liberazione nonostante ci trovassimo di fronte a un fermato che non è stato possibile identificare compiutamente a causa delle sue vigorose intemperanze.
Sul web il racconto dell’agente di polizia é davvero drammatico e denuncia tutte le difficoltà quotidiane che ogni operatore delle forze dell’ordine affronta quotidianamente e che, per fortuna, raramente riceve risposte e reazioni così inaccettabili da parte della magistratura.
Un procuratore, quello di Torino, di cui giustamente ci viene risparmiato il nome, che nella sua assurda reazione fortunatamente rappresenta solo la sua povera ignoranza e non quella di tutti i giudici.
Un procuratore certamente ignorante ma che ha delle giustificazioni, dei motivi, dei perché ha lasciato soli quei poliziotti.
Me la immagino la telefonata di quel collega che dal giudice vuole sostegno, conforto, “autorita’” perché non ci riescono a fotosegnalarlo con le buone maniere, e nemmeno con quelle accettabili, perché ha ragione il giudice, mica lo possiamo torturare!!!
E non è una questione di tortura ma di buon senso, di fronte a una così strenua resistenza, di fronte a un pubblico ufficiale il giudice che fa? Lo libera! Questo è il problema, la distanza, la noncuranza! L’articolo completo prosegue qui >>> https://paroleingiaccablu.wordpress.com/2019/04/25/quando-fai-il-tuo-mestiere-ma-il-giudice-non-sa-che-mestiere-fai/