Roma, 02 Gen 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Antonio Ruzzo – C’erano una volta i militari che facevano la guerra, ci sono oggi i militari che, oltre che andare in missione in zone dove si combatte davvero, fanno anche tante altre cose. Seguiamo. – Tanti anni fa, dalla Caserma Perrucchetti di Milano uscivano colonne di carri armati in assetto da combattimento. Sì, carri armati: dieci, quindici, anche venti che, con i militari in torretta vestiti in mimetica, attraversavano mezza città, passando anche davanti allo stadio di San Siro che allora aveva ancora due anelli e non si chiamava Meazza, per andare nei campi di addestramento militare che stavano tra le campagne.
Una scena che si ripeteva un paio di volte al mese, tra lo stupore dei bambini che sbirciavano un po’ impauriti da dietro i vetri che traballavano per le vibrazioni e la scocciatura di chi in auto veniva fermato per dare strada alla colonna.
Oggi, nella Caserma Perrucchetti, i carri armati non ci sono più. È operativa, ma in un altro modo. Nelle settimane scorse è stata uno dei centri per la distribuzione dei vaccini anti-influenzali ai milanesi e molti dei suoi uomini sono impegnati da qualche tempo ormai nell’operazione «Strade Sicure» per dare un po’ di tranquillità a chi vive nei quartieri più balordi.
C’erano una volta i militari che facevano la guerra, ci sono oggi i militari che, oltre che andare in missione in zone dove si combatte davvero, fanno anche tante altre cose. E gli italiani se ne stanno accorgendo proprio in questi tempi di coronavirus: ci hanno messo un attimo a capire quanto fosse essenziale una struttura gerarchica e di comando per gestire l’emergenza. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilgiornale.it/news/politica/soldati-e-carabinieri-lanti-virus-1912536.html