Dalla salma di Ferrari al Cerimant di Padova, un centro di distruzione delle armi dell’Esercito finite alla malavita (Dal giornale LA STAMPA del 28/3/2017)

 

Roma, 28 marzo 2017 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – (Dal giornale LA STAMPA.it del 28/3/2017) – I sequestri dei vivi non sono più redditizi e questo i criminali sardi l’hanno capito già da tempo. E così la banda aveva pensato di fare il colpaccio con un morto. Ma non con uno qualunque: con la salma di Enzo Ferrari. L’intenzione era quella di as – saltare la sua tomba e portare via i resti del grande costruttore. Con un’intenzione molto semplice da capire: chiedere il riscatto alla famiglia e mettere insieme un grosso bottino. Il colpo comunque non è riuscito, anche perché i carabinieri erano già sulle tracce della banda, che aveva base a Orgosolo e ramificazioni nel Nord Italia. Il capo di tutto, secondo i carabinieri, era Gianni Mereu un 47enne di Orgosolo che però abitava in provincia di Parma. E da lì prendeva ogni decisione e dava ordini specifici ai suoi uomini in Sardegna, Toscana, Veneto, Lombardia e ovviamente Emilia Romagna. Curava persino rapporti con la ‘Ndragheta calabrese e con alcuni personaggi che erano in grado di procurare armi da rimettere in circolo: uno era un vigile del fuoco in servizio a Padova, considerato un esperto balistico, che recuperava fucili, pistole e kalashnikov dal Cerimant di Padova, un centro di distruzione delle armi dell’Esercito. A fargliele avere erano un maresciallo e un dipendente civile del Ministero della Difesa, che oggi sono stati arrestati.  L’articolo completo e’ disponibile qui: http://www.lastampa.it/2017/03/28/italia/cronache/volevano-rapire-la-salma-di-enzo-ferrari-e-chiedere-il-riscatto-R58ZTjmijrzzHYm6H1V6TP/pagina.html

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