Verona, 07 Mag 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Nel verbale di riunione del 4 maggio al Comando di Verona, il punto su “informazioni su incendio SEV di Povegliano Veronese” è stato toccato un delicatissimo aspetto che ci riguarda tutti ma che secondo noi non è stato valutato ed affrontato in tutti i suoi aspetti. Premesso che l’ASSOLUTA NORMALITA’ dei valori di diossina rilevati a seguito delle analisi (dove e come… mah…e non sui dipendenti interessati) siano inconfutabili, ci sorge un grandissimo dubbio su come si sia proceduto sulla decontaminazione generale che di fatto non c’è stata. Non ci importa nulla delle responsabilità di un ROS che, proprio per la complessità dell’intervento si era affidato ad un ICS che a nostro parere poteva fare di meglio. La gestione dell’intervento fatta “alla pompiera” ci catapulta indietro di decenni; squadre che lavorano instancabilmente 12 ore (questi si che sono eroi!!!) senza alcun modo di riprendere fiato, senza avere avuto la benché minima zona detta “pulita” dove togliersi una maschera protettiva delle vie respiratorie o semplicemente dove potersi sciacquare le mani e, quindi, poter bere un sorso d’acqua senza che questa sia stata contaminata. Siamo al medioevo! A cosa servono tutte le precauzioni nell’indossare DPI protettivi se poi solo per bere della semplice acqua ci contaminiamo totalmente? Perché non si è provveduto a sostituire le squadre anche solo per far loro consumare un pasto in zona pulita? I colleghi in questo intervento hanno mangiato e bevuto diossina allo stato puro ma hanno usato i DPI e quindi non l’hanno respirata!!! Che becera conquista! Tutte le fasi della decontaminazione generale sono state disattese; disattese da personale sfinito e da un sistema ICS che andrebbe quantomeno rivisitato. L’articolo completo prosegue qui >>> http://vigilidelfuoco.usb.it/index.php?id=20&tx_ttnews%5btt_news%5d=102304&cHash=5c057d63db&MP=63-607