Donne coraggiose: Quelle morti legate alle inchieste sui traffici nucleari

Roma, 11 Mar 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Monica Mistretta – Un filo rosso, tutto radioattivo, sembra legare l’omicidio di tre giornaliste: Graziella, Ilaria, Daphne. Certo, è solo un’ipotesi, forse un tentativo tardivo di fare luce su questo buio. (Segue articolo). – Ero appena entrata: la sede istituzionale mi ispirava fiducia, tranquillità. Sapevo bene che di lì a poco avrei fatto domande scomode su una vicenda che la stampa nazionale aveva appena sfiorato, senza dilungarsi in troppi dettagli.

Ma a me e ai miei lettori sono queste le storie che interessano di più, quelle di cui nessuno vuole parlare. Anche quando le cose scottano, è giusto che ci siano giornalisti che cercano di saperne di più. In fondo, una democrazia dovrebbe essere fatta soprattutto di questi giornalisti e di lettori attenti.

Il rappresentante delle nostre istituzioni era stato cordiale, quasi affabile. Mi aveva accolto con un caffè. Tutto stava andando per il meglio, o quasi. L’intera conversazione si stava svolgendo con qualche tensione, qualche silenzio di troppo, risposte poche e confuse. C’era stato perfino spazio per un commento sul fatto che mi trovasse proprio una bella donna. Ma me lo aspettavo: niente di nuovo.

Quello che davvero non potevo immaginare è quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Accompagnandomi fuori dal suo ufficio verso l’uscita, la domanda era arrivata diretta come uno strale: “Lei ha figli?” Io: “Sì, certo, ho due bambini”. E lui: “Bene, allora la smetta e pensi da madre al futuro dei suoi figli”.

Oggi è la festa della donna, di tutte le donne. Io vorrei ricordare quelle più coraggiose, ribelli. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.liberoreporter.it/2019/03/primo-piano/quelle-morti-legate-da-un-filo-radioattivo-tre-donne-coraggiose-e-le-loro-inchieste-sui-traffici-nucleari.html

 

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