Roma, 13 Mag 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Luciano Tirinnanzi – IN EVIDENZA: estero, nucleare, politica, Iran – Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Egitto e Bahrein hanno salutato con favore il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare (JCPOA) siglato da Barack Obama nell’aprile del 2015, cioè appena tre anni fa, e già dissolto con l’insediamento della nuova Amministrazione Trump. In particolare, il quotidiano del governo saudita Al-Riyadh, in un editoriale del 9 maggio 2018, intitolato “Washington Has Had Its Say”, ha benedetto l’intera operazione come un “evento storico internazionale” e fotografato la situazione attuale: “A seguito di questo annuncio, l’accordo diviene in effetti una cosa del passato, con il ritiro da esso del paese e superpotenza più grande”. Come a dire che ogni parvenza di resistenza da parte dell’Unione Europea e dei suoi principali rappresentanti, è un tentativo inane di mantenere in piedi ciò che è già crollato. ISRAELE IN SIRIA. Ma c’è chi, tra i sostenitori di questa decisione, ha fatto di più: lo Stato di Israele. Infatti, questa notte (10 maggio 2018) Gerusalemme si è spinta in profondità nel cuore della Siria dominata dagli Ayatollah iraniani, dove ha condotto l’attacco aereo “più massiccio dal 1974”. I raid hanno colpito “decine di postazioni iraniane” in territorio nemico; nel senso che la Siria, o quel che ne resta, è ormai de facto un avversario di Israele non solo per l’irrisolta questione del Golan, ma proprio per l’alleanza stretta con Teheran. L’attacco sarebbe avvenuto in risposta al lancio di “oltre 20 razzi” sulle postazioni delle forze armate israeliane lungo le Alture del Golan compiuto dai Pasdaran iraniani. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/news/oltrefrontiera/nucleare-perche-liran-ha-quasi-perso-la-partita/
ESTERO NUCLEARE/Perché l’Iran ha (quasi) perso la partita
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