Forze Armate: Il punto di Marco Bertolini sulla sindacalizzazione

Roma, 12 Mar 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Marco Bertolini – Leggiamo di seguito. – Senza troppi clamori, sta passando un provvedimento che sarebbe stato definito sovversivo anche da parte di quanti, nelle Forze Armate e nel mondo che ruota loro attorno, sembrano ora accettarlo con rassegnazione e “disciplinatamente”.

Parlo della sindacalizzazione, brandita come un grande risultato da una parte del governo (mentre l’altra sta zitta), che eliminerà alla radice ogni pretesa di specificità per le stesse.

Verranno infatti cambiati sostanzialmente i rapporti tra i vari livelli gerarchici con l’inclusione di nuovi interlocutori che, nelle illusioni dei vertici militari, saranno dedicati a trattare questioni analoghe a quelle in precedenza riservate alla rappresentanza militare, ma che in pratica si incisteranno molto più pericolosamente di questa tra i Comandanti e i loro sottoposti.

E in un’epoca nella quale sono i TAR, spesso, ad avere l’ultima parola sui provvedimenti disciplinari, sulle schede valutative e sulle promozioni del personale, non c’è da stare tranquilli.

Si tratta di una novità che trova le sue premesse, concettualmente, nella “rivoluzione” che quasi vent’anni fa ha portato alla fine della coscrizione obbligatoria in nome di una professionalizzazione della quale c’era certamente bisogno, anche se se ne sono abbracciati poi alcuni degli aspetti deteriori.

Professionalizzazione che negli auspici dei sedicenti “moderati” doveva portare ad un risparmio grazie alla contrazione di uno strumento che si giudicava sostanzialmente inutile, antieconomico e folcloristico, mentre per la sinistra doveva trasformare i militari da machi fascistoidi in normali “lavoratori”, senza pretese assurde. Ecco fatto! L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.difesaonline.it/evidenza/punti-di-vista/usi-obbedir-subendo

 

 

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