Roma, 15 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Francesco Semprini – Il comandante Guani: “La nostra è la prima base interforze che l’Italia vanti all’estero”. (Segue articolo). – La missione del premier Giuseppe Conte in Etiopia ed Eritrea conferma l’interesse e l’importanza strategica per l’Italia del Corno d’Africa, specie dinanzi alla sfide e alle opportunità che la regione offre per il suo posizionamento.
Questo vale per i due Paesi che hanno appena firmato uno storico accordo di pace, per la Somalia dove l’Italia è presente nell’ambito di una missione militare europea, così come per Gibuti.
E’ qui che sorge, dall’ottobre 2013, la prima base logistica operativa delle forze armate italiane all’estero dopo la seconda guerra mondiale. Si tratta di una Base Militare di Supporto, a connotazione interforze, con un nucleo di quasi cento militari, ma che può ospitarne fino a 300.
Il principale obiettivo è quello appunto di fornire supporto ai contingenti nazionali che operano nell’area del Corno d’Africa e nell’Oceano Indiano impegnati principalmente nella missioni anti-pirateria “Atalanta” e “Ocean Shield”, oltre che nelle attività di addestramento Miadit e la parte italiana di Eutm Somalia.
La Base è stata costruita in soli due mesi dai genieri del 6° Reggimento della Task force Trasimeno del Sesto Reggimento Genio pionieri di Roma ed è stata intitolata al Ten. M.O.V.M. Amedeo Guillet, il “Comandante Diavolo”.
Oggi è comandata dal colonnello degli Alpini Lorenzo Guani. Una presenza di valore strategico visto che Gibuti è considerata la nuova terra delle opportunità, realtà minuscola ma cruciale, che le dinamiche geo-strategiche del nuovo Millennio ha riportato al centro del Pianeta. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.lastampa.it/2018/10/12/esteri/a-gibuti-i-militari-italiani-in-prima-linea-su-sicurezza-e-cooperazione-AgL6UpNXtjtOG4SKfk2gWL/pagina.html