Roma, 06 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Eleonora Lorusso – Si punta sulla presenza in Africa (Niger e Tunisia), meno uomini in Medio Oriente. (Segue articolo). – Più Africa, meno Medio Oriente. Le voci che circolavano già da qualche settimana sembrano trovare sempre più conferme.
Il Governo punterebbe a rafforzare le missioni militari italiane nei Paesi del nord Africa, dove è già presente, soprattutto in Libia, confermando la presenza strategica in Niger (ai fini del contrasto al traffico di esseri umani e all’immigrazione clandestina) e consolidando quando avviato anche la Tunisia.
In compenso il Ministero della Difesa, guidato da Elisabetta Trenta, vorrebbe ridurre l’impegno in Afghanistan e Iraq. Proprio in quest’ultimo Paese, l’obiettivo sarebbe quello di chiudere la missione Praesidium a Mosul nei primi mesi del 2019, perché si ritiene che siano venute meno le necessità di mantenere un contingente.
Niger: più Africa in chiave anti immigrazione. Nei mesi scorsi era finita nel mirino delle polemiche la missione in Niger, già annunciata dal precedente esecutivo e ritenuta strategica ai fini del contrasto ai traffici di esseri umani. Data la collocazione del Paese, che si trova al confine meridionale della Libia, il fatto di poter contare su un presidio in loco che controlli gli accessi proprio al territorio libico da sud era considerato di grande importanza.
Dopo un apparente stop e voci contrastanti, la missione è stata di recente autorizzata. Al momento la presenza militare in Niger è limitata a una cinquantina di uomini, ma dovrebbe arrivare a 470 unità massime nell’arco di un anno, supportati da 130 mezzi terrestri e due aerei. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/news/esteri/missioni-militari-estero-italia-libia-niger-tunisia/