Roma, 22 novembre 2023 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Da quando è iniziato il conflitto in medio oriente, l’unione europea si è vista molto incerta, così come accade per l’ucraina, ora il passaggio è attraverso la diplomazia.
Finora l’Unione europea, che pure in occasione dell’aggressione russa all’Ucraina era stata capace di definire e attuare una sua credibile linea comune, sui seguiti degli attacchi terroristici di Hamas contro Israele, sulla reazione del governo israeliano nella striscia di Gaza e sulla ripresa del conflitto israelo-palestinese si era mostrata clamorosamente incerta, poco incisiva e in difficoltà nel definire una linea condivisa e riconoscibile.
Avevano contribuito a questa percezione, all’indomani del 7 ottobre, le divergenze di sensibilità fra i responsabili delle istituzioni della Ue, manifestatesi anche con una clamorosa polemica pubblica sulla questione di chi sia responsabile della politica estera della Ue. Avevano poi proseguito i leader dei maggiori Paesi membri, scegliendo di manifestare solidarietà a Israele, ma ognuno con un proprio messaggio, non necessariamente convergente, su come gestire l’intervento a Gaza, su come e quanto insistere sul tasto della moderazione nella risposta a Hamas e sull’accesso per gli aiuti umanitari a Gaza.
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