Roma, 23 gennaio 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – La guerra in Ucraina continua e fa registrare una nuova avanzata Russa, servono altri aiuti all’Ucraina, possono arrivare dalla confisca dei beni Russi in ambito dei paesi del G7.
Dai maggiori controlli sull’export delle tecnologie all’invio di sistemi a lunga portata, fino alla requisizione dei beni posseduti dalla banca centrale russa. Secondo gli esperti, queste sono le dinamiche chiave nella guerra in Ucraina a due anni dalla sua deflagrazione
“Make Russia Pay”. Uno slogan semplice e conciso, ma pieno di significati concreti. È una delle iniziative promosse dall’International Centre For Ukrainian Victory, che in questo momento è impegnato a propugnare tale causa in tutte le capitali europee.
La logica è semplice: confiscare i beni europei della banca centrale russa per sostenere lo sforzo bellico e la ricostruzione del Paese invaso. “La Russia è responsabile dell’invasione, c’è un consenso condiviso su questo, ed è giusto che le sue ricchezze siano confiscate per fornire all’Ucraina tutte le risorse necessarie” è la posizione espressa da Olena Halushka, co-fondatrice del centro e capo della sezione Relazioni Internazionali dell’Anti-Corruption Centre di Kyiv. “Beni dal valore totale di più di 300 miliardi di dollari sono presenti sul territorio di tutti i Paesi del G7.
Sono beni sovrani della Banca Centrale Russa, motore economico dell’industria bellica di Mosca. Per i beni privati, come sostengono alcuni, non ci sono le basi giuridiche per procede con la confisca. Ma non è questo il caso”. Una soluzione che piace: poche ore fa l’ex-presidente della Banca Mondiale Robert Zoellick ha espresso il suo sostegno a questa misura con un articolo a sua firma pubblicato dal Financial Times. E da qualche settimana l’amministrazione statunitense sta esaminando nel dettaglio la proposta.