Roma, 25 novembre 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – La svolta nella guerra in Ucraina con il lanci di missili a medio raggio complicano il percorso della pace, gli esperti chiedono una pace alla coreana.
L’attacco a Dnipro con il missile a medio raggio Oreshink segna in qualche misura uno spartiacque nel conflitto in Ucraina. E le parole del discorso di Vladimir Putin fanno presagire uno scenario nel quale la dimensione delle scontro potrebbe pericolosamente estendersi. Ad altre latitudini, in Medio Oriente, la situazione si è ulteriormente surriscaldata a maggior ragione dopo l’emissione del mandato di cattura contro il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu da parte della Corte Penale internazionale. In questo contesto l’Europa, “da troppo tempo vegetariana, senza sangue e nerbo non tocca palla. Ora, il conflitto in Ucraina si è trasformato da guerra per procura a conflitto diretto sul campo”. A chiamare le cose col proprio nome, sulle colonne di Formiche.net, è Giulio Sapelli, economista, docente alla Statale di Milano, presidente della fondazione Germozzi e lucido analista delle dinamiche geopolitiche.
Non che fino a oggi avesse scherzato. Ma ora Putin ha pericolosamente alzato il tiro. Che tipo di segnale va colto?
Lanciare un missile balistico su obiettivi ucraini indica chiaramente alle potenze occidentali che il tempo delle guerre di scenari è terminato. Inizia la guerra di sfondamento, per dirla con von Clausewitz. Il destino di questa guerra è quello di diventare universale. Nessuno, peraltro, parla delle migliaia di soldati nordcoreani che stanno combattendo per Putin. Questa nuova dimensione può paradossalmente essere un elemento che potrebbe agevolare la via del negoziato.
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