Interrogazioni in commissione Difesa del Senato. Tutela personale riservista e indennita’ di trasferimento personale volontario coniugato

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INTERROGAZIONE IDENNITA’ TRASFERIMENTO PERSONALE VOLONTARIO CONIUGATO. PROPOSTA A DOMANDA CONFERMA REPARTO STESSO…(disagio familiare e spending review)

Link.
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=727259

TESTO: Atto n. 4-01167

Pubblicato il 22 novembre 2013, nella seduta n. 139

CARDIELLO – Al Ministro della difesa. –
Premesso che:
il riconoscimento al personale militare volontario coniugato del corrispettivo di indennità di trasferimento, per gli stessi impiegati in un comando-ente-reparto diverso da quello di appartenenza è oggetto di una corposa normativa (legge 23 agosto 2004, n. 226, recante sospensione anticipata del servizio obbligatorio e disciplina dei volontari di truppa in ferma prefissata; testo unico sulle procedure impiego del personale militare edizione 2008, aggiornata al 2013; legge 29 marzo 2001, n. 86, recante “Disposizione in materia di personale delle Forze armate e delle Forze di polizia”);
l’Esercito attualmente ha alle sue dipendenza circa il 30 per cento del personale coniugato in attesa di nuova assegnazione (“prima assegnazione vsp”), che avrebbe un costo oneroso per le casse dello Stato in un momento di perdurante crisi;
il Dipartimento impiego del personale dello Stato maggiore negli ultimi anni sta adottando il criterio di assegnazione del personale volontario al nord Italia per coprire i posti vacanti e dare la possibilità al personale anziano di avvicinarsi ai luoghi di residenza, con la conseguenza immediata che i reparti del meridione avranno un numero elevato di personale anziano, perdendo giovani volontari sulla cui specializzazione l’amministrazione ha investito cospicue risorse;
considerati i criteri per l’impiego e il consenso degli interessati all’atto dell’arruolamento di essere impiegati in tutto il territorio nazionale in base all’esigenza della forza armata e il costo di circa 12.000 euro per ogni militare trasferito,
si chiede di conoscere se il Ministro in indirizzo, in considerazione della spending review, intenda adottare un diverso provvedimento di conferma a domanda degli impiegati presso i comandi-enti-reparti di servizio, al fine di evitare un’ulteriore spesa all’amministrazione e un disagio familiare.

 

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TUTELA PERSONALE RISERVISTA

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=726897

TESTO: Atto n. 4-01132

Pubblicato il 18 novembre 2013, nella seduta n. 138

CARDIELLO – Al Ministro della difesa. –
Premesso che:
a partire dal 2001, in seguito all’attentato alle “torri gemelle” a New York, l’esercito italiano e le maggiori forze armate hanno richiamato personale in congedo, nei vari distretti di appartenenza, per alcuni periodi compresi fra i 20 e i 180 giorni, assumendoli con contratti a tempo determinato, per far fronte alla delicata situazione in essere, ai sensi dell’art. 1-bis del decreto legislativo n. 464 del 1997 (oggi sostituito dall’art. 988, rubricato “Richiami in servizio nelle forze di completamento” del codice dell’ordinamento militare di cui al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66);
il trattamento è proseguito per svariati anni, sino al 2007, aggirando le disposizioni citate, tramite la sospensione temporanea del periodo lavorativo (sulla carta), per non dover procedere con l’assunzione a tempo indeterminato;
in seguito al mancato rinnovo del contratto lavorativo, i signori Luciano Speranza, Pietro Ceraso, Salvatore Cinque, Antonio Cipriano, Sergio Colarusso, Gennaro Di Domenico, Vincenzo Di Toro, Giuseppe Fabozzi, Michele Fuligine, Giuseppe Macera, Giovan Battista Paolella, Orazio Pisaturo, Giancarlo Rocco e Anton Giulio Beato hanno presentato una memoria di merito, come ricorso, presso il TAR di Napoli (R.G. 2144/2010 Sez. VII del 21 marzo 2013);
il TAR di Napoli, con sentenza n. 04791/2013 Reg.Prov.Coll., ha respinto la domanda di risarcimento dei ricorrenti e ha invitato a compensare le spese di giudizio tra le parti costituite;
non si tratta di cittadini che, titolari già di un lavoro a tempo indeterminato, impegnano il proprio tempo libero in qualche attività di volontariato o assistenziale (in cambio di un gettone o di un rimborso spese), bensì di padri di famiglia ultratrentenni e disoccupati il cui status economico e sociale li rende, a quanto risulta all’interrogante complice un’amministrazione che fa un uso distorto della normativa, schiavi di un precariato senza prospettive e speranze certamente indegno di un Paese civile,
si chiede di sapere QUALE orientamenti il Ministro in indirizzo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative voglia intraprendere, nell’ambito delle proprie competenze, in favore dei citati soldati.

 

 

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