Roma, 13 Set 2019 – (Pubblichiamo un estratto della seguente intervista da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Beppe Boni – Generale Cavicchioli: “Haftar? Preoccupazione, ma non tensione”. (Segue intervista). – Una nave entra un’altra esce dal porto sullo sfondo del mare azzurro e calmo. Sulle banchine un movimento di veicoli, come succede normalmente nei terminal marittimi.
Tira vento e il sole è abbagliante. Tripoli è una città dove gli echi di guerra sembrano lontani anche se a fasi alterne le truppe del generale Haftar bombardano l’aeroporto di Mitiga, a meno di dieci chilometri di distanza.
Le immagini giungono via skype dietro le spalle del comandante della missione italiana in Libia, generale Alessio Cavicchioli, che ha assunto l’incarico dopo aver comandato tre anni il Reggimento Alpini paracadutisti ranger, una delle nostre forze speciali.
L’offensiva del generale Haftar mette in pericolo la situazione di Tripoli? “Per ora no. La percezione che abbiamo qui nella capitale è di stabilità. C’è preoccupazione, ma non tensione perchè la città è considerata ben protetta. Basta andare al mercato del pesce, uno dei più importanti della Libia, per osservare che i cittadini vivono normalmente, negozi e banche sono frequentati”.
Rischi per la nostra ambasciata, l’unica rimasta da quelle parti? “Per ora non ne vediamo. E sinceramente nel conflitto fra le due fazioni libiche non abbiamo motivo di considerare l’ambasciata italiana fra i gli obiettivi. Tuttavia abbiamo alzato il livello di catutela. Le operazioni belliche si svolgono a diversi chilometri da Tripoli. Noi comunque dialoghiamo costantemente con il personale dell’ambasciata”.
Il comando italiano che compiti ha oltre alla sicurezza? “Teniamo i rapporti con le istituzioni governative con compiti di orientamento e collaborazione. L’intervista completa prosegue qui >>> https://www.quotidiano.net/esteri/missione-italiana-libia-1.4778730