Roma, 31 Ago 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Francesco De Palo – Del successo in Libano nel 2006 l’Italia ne ha beneficiato per anni. Segue. – Senza una rotta chiara. Definisce così l’Italia l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già capo di Stato maggiore della Marina Militare dal 2013 al 2016, non solo per quanto concerne gli sviluppi “turchi” nel Mediterraneo orientale ma anche in Libia.
Punto di partenza l’escalation greco-turca a Kastellorizo, ma come punto di caduta di una più ampia strategia che coinvolge Russia, Francia e Usa.
L’Italia da un lato partecipa nell’Egeo all’esercitazione congiunta con Cipro, Grecia e Francia, ma dall’altro manovra con la Turchia: un errore?
Più che un errore è la conseguenza dell’estrema debolezza dell’Italia nello scacchiere internazionale che caratterizza le nostre scelte in politica estera. Ci muoviamo sostanzialmente in chiave reattiva, tentando di fare fronte alle pressioni esterne come si può, per evitare contrasti, ma senza una rotta nazionale chiara.
Pendoliamo quindi fra la Turchia e il gruppo Francia, Egitto e Grecia. In Libia dopo aver abbandonato il governo di Al Serraji e Tripoli assediata al suo destino nell’ora della massima difficoltà per la Tripolitania e aver corteggiato Haftar, ci siamo allineati in chiave subalterna alla Turchia.
Contemporaneamente abbiamo ceduto le due navi più moderne in procinto di entrare in servizio con la nostra Marina all’Egitto che è il principale avversario di Erdogan in Libia insieme agli Emiratini. Bisogna risalire al 2006 per registrare l’ultima volta in cui l’Italia ha saputo giocare una partita da protagonista in politica estera perseguendo efficacemente gli interessi nazionali. L’articolo completo prosegue qui >>> https://formiche.net/2020/08/italia-mediterraneo-de-giorgi/