Roma, 02 Gen 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Nicolò Manca – In questo problematico fine-anno 2020, giunga un augurio di tempi migliori a tutti i Sassarini dal comandante all’ultimo arrivato… e lunga vita alla Sassari! Seguiamo. – Nel consueto malinconico riordino della corrispondenza dell’anno appena trascorso, lo sguardo è caduto sul fascicolo “Narrativa della brigata Sassari”, edito nel giugno scorso dall’amico Carlo Delfino.
I cenni storici sulla Sassari si intrecciano con le leggende, come la vulgata popolare che attribuisce a quattro improbabili “grandi vittorie riportate dai Sardi sugli Arabi” i quattro mori che figurano nello stemma della Brigata.
In realtà i quattro mori bendati nascono da altrettante vittorie degli aragonesi di Pietro 1° sugli arabi, risalenti al 1096 in terra di Spagna, ad Alcoraz.
C’è da chiedersi, visto che questo simbolo è un retaggio di quattro secoli di dominazione spagnola, cosa aspetti l’autorità sarda che ne ha la facoltà a sostituirlo con quattro nuraghi o altri simboli che non enfatizzino un periodo storico di cui i sardi non hanno ragione di inorgoglirsi.
Analogamente occorrerebbe sfatare la fantasia che vorrebbe la Sassari costituita a seguito di una rissa in quel di Genova tra alcuni soldati sardi e un gruppo di giovani del posto. È stato invece motivo di soddisfazione leggere nella pagina dedicata all’inno della brigata la notazione “testo e musica del col. Luciano Sechi”, precisazione troppe volte omessa o mutilata. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.difesaonline.it/news-forze-armate/storia/la-brigata-sassari-tra-storia-leggende-e-aneddotica