Roma, 21 Giu 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Fausto Biloslavo – Tra richieste di fondi ed innovazione ed un Ministro che non coglie il disagio. Segue. – Generali ribelli, spese della Difesa «in stato confusionale», il decreto missioni presentato fuori tempo massimo, contratti per sistemi d’arma cruciali non firmati, costosa indecisione sui caccia F-35, il rischio di un miliardo in meno per gli investimenti nella Difesa, 60 milioni di euro l’anno di straordinari non pagati sono alcuni dei nodi che stanno venendo al pettine.
Il simbolo «peace & love» in Parlamento, i balletti imbarazzanti a Lourdes, le entusiastiche congratulazioni alla coppia gay della Marina rappresentano solo il contorno folcloristico del ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. Il problema vero è che il mondo militare si sente a disagio con la gestione politica del dicastero come mai è capitato prima.
Panorama ha interpellato i generali ribelli, esperti e analisti, personale in servizio in quest’inchiesta su tutte le criticità della Difesa. Il ministro, il suo ufficio stampa e il portavoce non hanno neppure risposto a una richiesta di intervista.
Il decreto per le missioni internazionali è stato finalmente presentato alle Commissioni parlamentari il 31 maggio ma non si sa quando verrà convertito in legge. Un ritardo di sei mesi rispetto alla scadenza del 31 dicembre. Due in più del governo Renzi.
L’aspetto paradossale è che sembra una specie di fotocopia del decreto del governo precedente di centrosinistra. La spesa è di un miliardo e 428 milioni di euro e i militari impegnati sono 7.343 unità, 624 in meno rispetto al 2018.
«Perché non presentarlo prima ed evitare un duplice problema: la mancata copertura giuridica per i nostri militari impegnati all’estero e una questione finanziaria. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/news/politica/difesa-lasciata-sola/