Roma, 10 Ott 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Chiara Giannini – Militari in piazza: scontro sulla rappresentanza sindacale. (Segue articolo). – Per il governo militari e agenti sono una categoria di serie B, tanto che nella stesura della nota di aggiornamento del Def, che dovrà essere completata entro il 14 ottobre, ha ridotto all’osso le risorse dedicate agli appartenenti a Esercito, Marina, Carabinieri, Aeronautica, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria.
Per quanto riguarda le Forze armate, il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, sta svolgendo ampia attività per il rinnovo del contratto, scaduto da due anni, ma i suoi colleghi sembrano prestare meno attenzione, tanto che voci di corridoio parlano di 900 milioni di euro (300mila in meno rispetto all’ultimo contratto, quando furono reperiti 1 miliardo e 200mila euro) che sarebbero stanziati per il personale, quindi per stipendi e per tutta una serie di indennità ormai ferme da più di vent’anni.
Una questione che ha fatto arrabbiare le rappresentanze militari, adirate per la mancanza di dialogo con l’esecutivo. L’ultimo ad ascoltare i Cocer in sede di definizione del Def fu infatti Gianni Letta all’epoca del governo Berlusconi.
Per i militari questa cifra non tiene in considerazione la specificità degli uomini e delle donne in uniforme, tanto decantata da tutte le forze politiche ed esercitata durante l’emergenza Covid (ieri è stato oltretutto confermato dal ministero della Difesa l’impegno aggiuntivo di 750 militari). L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilgiornale.it/news/politica/difesa-strangolata-dai-tagli-5s-1895149.html