La miope Politica e i Marescialli di 1° Classe

Tesone Luigi

Roma, 22 Mag 2016 – Con richiesta di pubblicazione – di Tesone Luigi – Sembrava la volta buona, ma purtroppo si sono voluti chiudere nuovamente gli occhi davanti ad un’ingiustizia che si perpetra da 20 anni. Sia con la legge 244/12 che con i relativi dicendenti 7 e 8 del 2014 si poteva mettere una pezza ad un disordine scaturito dall’ultimo riordino, ma ne con questi ne con i correttivi da poco approvati si è evinta la volontà di risolvere l’annoso problema. Ci sono circa 13.000 marescialli delle FF.AA. che con le relative famiglie  attendono il giusto riconoscimento per aver prestato servizio senza demerito, anzi ottenendo valutazioni d’eccellenza, che non riescono a rivestire il grado di Primo Maresciallo. Il problema è ben conosciuto sia dalleAmministrazioni militari che nelle stanze della politica, ma ancora si è preferito mettere la testa sotto la sabbia. Dopo aver interloquito in tutti gli ambiti consoni e non, sembrava che finalmente si potesse dire la parola fine a questa vergognosa situazione, ma questa politica non è voluta andare oltre una semplice osservazione di seguito riportata il Governo, considerato il disallineamento che si è determinato tra le Forze armate nella promozione al grado di Maresciallo, promuova la definizione di aliquote di avanzamento speciali di Marescialli Capi e gradi corrispondenti con elevata anzianità di grado, per la promozione al grado superiore, a tal fine intervenendo all’atto dell’esercizio delle deleghe relative alla cosiddetta « equiordinazione », trattandosi di materia che rientra in tale settore; http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/bollettini/pdf/2016/04/20/leg.17.bol0629.data20160420.com04.pdf                                                                                                                    Molti anni sono ormai passati, stiamo vedendo andare in pensione molti marescialli che non hanno avuto la possibilità di raggiungere il grado apicale e quindi subire un danno permanente anche sul trattamento pensionistico e i ben pensanti si attaccano ancora a stratagemmi per negare diritti, questa tematica non deve e non può essere risolta nell’alveo del riordino, ma bisogna finalmente avere il coraggio di giungere prima ad un riallineamento tra FF.AA. e FF.PP. e solo dopo parlare di riordino. Si possono negare i diritti ma non chiedete ai marescialli delle FF.AA. di diventare sciocchi e dimenticare l’umiliazione subita. Nel periodo ante caduta muro di Berlino il Paese aveva delle esigenze diverse da quelle attuali e bandiva concorsi a tutto spiano, nel tempo le necessità sono cambiate è non si è stati capaci di rimodulare le forze in modo proporzionale, se non si è voluto prevedere la crescita del ruolo in tempi in cui ciò era possibile, ora però bisogna provvedere ad un riallineamento e, anche se i danni subiti non saranno mai totalmente ripianati, restituire dignità al ruolo.

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