Roma ,05 Ott 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di F. Q. – La Nota al Documento di economia e finanza viene rivista in un vertice a Palazzo Chigi: resta la cifra su cui si attende il braccio di ferro con l’Ue. Seguiamo. – Sei giorni dopo l’approvazione in consiglio dei ministri la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza viene ritoccata. Resta però il capitolo principale, il numero della discordia, la cifra che ha già fatto litigare parecchio il governo con i vertici dell’Unione Europea: il rapporto tra deficit e Pil rimarrà al 2,4 per cento per il 2019.
Cambia, rispetto a giovedì scorso, la previsione per gli anni successivi: anziché mantenere il 2,4, il deficit/Pil scenderà al 2,1 per cento nel 2020 e all’1,8 nel 2021.
Ma per la prima volta nel Def compaiono anche le voci che contraddistinguono l’azione dei due partiti di maggioranza: reddito di cittadinanza (al quale sono destinati 10 miliardi, di cui uno per la riforma per i centri per l’impiego), riforma Fornero (altri 7 miliardi), poi flat tax e assunzione di 10mila unità nelle forze dell’ordine (altri 3 miliardi).
“Stiamo rispettando l’impegno preannunciato – dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – E’ una manovra seria, responsabile e coraggiosa. Il nostro Paese ha bisogno di una forte crescita“.
E almeno fino all’approvazione in Parlamento la manovra non cambierà più perché – dice Di Maio – è stata trasmessa al Parlamento e all’Unione Europea. Le “concessioni” del governo all’Europa (cioè l’abbassamento delle previsioni sul deficit per il 2020 e per il 2021) potrebbero non bastare ad oliare i cardini di una trattativa che resta tutta in salita. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/03/manovra-ok-alla-nota-sul-def-al-vertice-del-governo-deficit-al-24-nel-2019-21-al-2020-18-al-2021/4667871/