Roma, 19 Apr 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Gianandrea Gaiani – Difficile fare un bilancio dell’attacco unilaterale condotto nella notte tra venerdì e sabato scorsi da forze aeree e navali anglo-franco-americane contro obiettivi legati al supposto programma di armi chimiche siriano. Sul piano politico e strategico tutti i protagonisti hanno incassato qualche vantaggio anche se i raid sono stati puramente simbolici, tesi a “salvare l’onore della comunità internazionale” come ha pomposamente affermato il presidente francese Emmanuel Macron. Quanto al bilancio dell’attacco, da un lato appaiono forse gonfiati i dati sui missili abbattuti dalle difese aeree siriane, ben 71 su 105 ordigni lanciati secondo fonti russe e siriane confermate però dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (l’ong vicina ai ribelli riferisce di oltre 65 missili abbattuti) mentre per il Pentagono nessuno degli ordigni impiegati è stato abbattuto dai 45 missili lanciati dalla difesa aerea siriana. Dall’altro sembrano esagerate le valutazioni del Pentagono secondo cui l’attacco “ha azzoppato il programma di armi chimiche di Damasco, lo ha riportato indietro di anni e ha quindi indebolito la possibilità di futuri attacchi chimici da parte del regime di Assad”. Il regime di Damasco non dispone più di armi chimiche da quando ha consegnato i suoi arsenali all’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche nel 2014 e se anche avesse conservato clandestinamente quantità di gas nervini come deterrente contro la potenza nucleare israeliana certo non le ha impiegate nella guerra civile. Un eventuale utilizzo di questi gas sarebbe stato facilmente attribuibile al regime di Assad dal momento che oggi Usa e alleati conoscono bene i nervini siriani di cui hanno smaltito molte tonnellate quattro anni or sono e potrebbero segnalarne l’utilizzo con un minimo margine di errore. Invece le cosiddette “armi chimiche” impiegate nel conflitto civile sono per lo più sostanze che possono diventare letali se ad alta concentrazione, specie in ambienti chiusi. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.analisidifesa.it/2018/04/lattacco-alla-siria-riaccende-le-polemiche-sulle-basi-usa-in-italia/