Roma, 23 Ago 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Salvatore Sfrecola – Il ministro della Difesa giustamente richiama l’esigenza che i combattenti siano professionisti, come in tutti gli eserciti moderni. Seguiamo. – Per il Ministro della difesa, Elisabetta Trenta, quella di Matteo Salvini, che propone di reintrodurre la leva obbligatoria, è “un’idea romantica”, non più attuale.
Invece, ad essere limitativa è l’idea delle Forze Armate che ha la Signora di via XX Settembre, peraltro in aperta adesione alla concezione diffusa nei vertici militari, da sempre: quella che i militari siano esclusivamente combattenti.
Non è stato così, ad esempio, nell’esperienza del più potente esercito di tutti i tempi, quello della Roma repubblicana e imperiale, che disponeva di un imponente apparato servente della truppa combattente, genieri, medici, veterinari, addetti alla cura delle armi e delle uniformi.
Sì perché l’esercito romano, diversamente dai combattenti di tutti gli eserciti del tempo aveva una grande organizzazione che è l’esempio, come scrive Massimo Severo Giannini, uno dei nostri più grandi amministrativisti, di una efficiente struttura burocratica, capace di sovvenire in ogni tempo ed in ogni luogo alle esigenze dei combattenti.
Basti pensare al sistema della leva che ha assicurato all’Urbe, sotto il martellare delle milizie del generale cartaginese Annibale Barca, di ricostituire in poche settimane legioni efficienti e bene organizzate ad ogni sconfitta pur in una condizione di estrema difficoltà.
Era quella una grande organizzazione che consentiva ai consoli delle legioni ai margini dell’impero in funzione di controllo del territorio di utilizzare il tempo costruendo acquedotti, fognature, terme, che troviamo ovunque erano giunti i combattenti di Roma. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.blitzquotidiano.it/opinioni/salvatore-sfrecola-opinioni/leva-obbligatoria-esercito-2917281/