Libia: Il caso del negato sbarco dei nostri militari per la mancanza del visto sul passaporto

Roma, 03 Ago 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Francesca Musacchio – La sconfitta del governo italiano a Misurata. Segue. – Fayez al Sarraj manda via i soldati italiani da Misurata. Un fatto quasi inevitabile vista la politica del governo condotta fino ad ora nel paese nordafricano.

L’episodio in questione è avvenuto giovedì 30 luglio, quando un Hercules C 130 con 40 soldati (militari del Celio e della Brigata Julia) a bordo, partito da Pisa è atterrato a Misurata, dove dal 2016 l’Italia è presente con la missione ‘Ippocrate’ per fornire assistenza “sanitaria alle forze libiche impegnate nel contrasto alla presenza di Daesh (Isis, ndr) nel Paese”.

Secondo quanto emerso, il governo di Tripoli avrebbe negato lo sbarco dei nostri militari contestando la mancanza del visto sul passaporto.

Il problema, però, potrebbe non essere stato questo. I nostri militari, secondo altre ricostruzioni, avevano tutta la documentazione completa e la decisione di non farli sbarcare sarebbe meramente politica.

In ogni caso, questa vicenda ruoterebbe tutta intorno alla missione in corso proprio a Misurata. Per i primi due anni, all’incirca, l’ospedale ha offerto il supporto sanitario necessario per la lotta contro l’Isis.

Poi, da qualche tempo a questa parte, il Comcoi, Comando operativo di vertice interforze che di fatto gestisce le missioni all’estero, avrebbe intrapreso una linea su cui adesso anche il ministero della Difesa vorrebbe vederci chiaro. Secondo alcune fonti, infatti, l’ospedale di Misurata si sarebbe trasformato in una base militare vera e propria (come in Afghanistan o in Iraq), chiusa, senza attività e senza rapporti con il territorio. L’articolo completo prosegue qui >>> https://ofcs.report/internazionale/difesa-e-sicurezza-nazionale/libia-la-sconfitta-del-governo-italiano-a-misurata/#gsc.tab=0

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