Roma, 20 Ago 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Paolo Mauri – Di seguito descrizione, problematiche e caratteristiche dei nuovi pattugliatori della Marina Militare. Segue. – La Marina militare italiana è forse la Forza armata che più ha bisogno di rinnovamento. L’ultima vera legge navale risale a più di 40 anni fa (era il 1975) e da allora la nostra flotta non ha subito grossi ed organici interventi di pianificazione programmata che servissero a svecchiarne la linea.
Le nuove costruzioni come le fregate classe “Bergamini” (tipo Fremm), nave Cavour ed i due cacciatorpediniere classe “Andrea Doria” (tipo Orizzonte) attualmente in servizio servono solo a mettere una pezza nel bilancio complessivo delle unità navali che sarà comunque in perdita anche con le nuove costruzioni.
Globalmente la nostra flotta passerà dalle 60 unità attuali alle 38-41 se non verrà varato un nuovo piano di sviluppo programmatico che vada a sostituire soprattutto alcuni aspetti critici come le navi contromisure mine o, appunto, i pattugliatori.
Il problema dei pattugliatori nella MM. La consistenza della nostra linea di pattugliatori (d’altura e Opv) era, nel 2013, di dieci unità di cui quattro – i classe “Cassiopea” – con 23 anni di servizio mentre gli altri sei – i classe “Comandanti” e “Orione” – rispettivamente con 12 e 10 anni.
Se non si fosse intervenuto con una legge per la costruzione dei nuovi pattugliatori polivalenti d’altura (Ppa) la consistenza nel 2025 sarebbe scesa a 6 unità con più di 20 anni di servizio, quindi in rapido invecchiamento.
La “leggina navale” del 2013 che ha portato allo sviluppo dei Pattugliatori polivalenti d’altura ha cercato di ovviare a questo pericoloso inconveniente. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.occhidellaguerra.it/perche-litalia-vuole-modificare-progetto-dei-nuovi-pattugliatori-daltura/