Roma, 01 Mag 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Fausto Biloslavo – Per la prima volta un giornalista sale a bordo di nave Capri dall’inizio della battaglia nella capitale libica. Seguiamo. – “Dalla nave abbiamo la percezione dei combattimenti che si svolgono a sud di Tripoli. Di notte vediamo i bagliori dei bombardamenti e sentiamo il rumore delle esplosioni, ma per noi, al momento, non ci sono problemi di sicurezza” spiega senza battere ciglio il capitano di fregata Mario Giancarlo Lauria.
Siciliano con la barba da lupo di mare ci accoglie su nave Capri ormeggiata nella base navale di Abu Sitta a Tripoli.
A pochi chilometri di distanza un caccia del generale Khalifa Haftar piomba in volo radente sul campo di battaglia di Yarmuk e sgancia un paio di bombe inseguito dalla contraerea.
I feriti trasportati al punto di soccorso avanzato sono dilaniati dalle schegge. Uno arriva già morto. Ieri le truppe del generale sono avanzate, ma i governativi stanno combattendo per evitare che il nemico dilaghi verso il centro di Tripoli.
Per la prima volta un giornalista sale a bordo di nave Capri dall’inizio della battaglia nella capitale libica il 4 aprile. Lauria è il comandante della missione navale, che dura da tre anni, in appoggio alla Marina libica, per il contrasto dell’immigrazione clandestina e dei traffici illeciti.
“Non siamo coinvolti in nessun modo negli scontri in atto – sottolinea l’ufficiale – Continuiamo ad operare in supporto tecnico alle unità navali libiche”.
Su 17 navi del governo di Tripoli, 13 sono in grado di prendere il mare, anche grazie all’aiuto italiano. Capri è una nave officina che può riparare di tutto e far navigare la flotta libica. L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.occhidellaguerra.it/marinai-italiani-nave-capri-tripoli/