Trieste, 07 Ott 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Rinelli – Matteo e Pierluigi sono morti nel luogo che dovrebbe essere tra i più sicuri, la Questura. Segue. – Due dei nostri non ci sono più! Due fratelli di giubba, due uomini della prima linea, due persone al servizio della nostra sicurezza poco più che trentenni…. troppo pochi per morire!
Caduti per servizio, nell’adempimento del dovere, i primi, forse, a subire in maniera devastante l’uso spropositato dei social, con tanto di audio e immagini che sarebbero dovuti rimanere all’interno dei canali “istituzionali” i cui divulgatori probabilmente subiranno pesanti conseguenze disciplinari.
Tra una diceria, una voce eccessiva, una convinzione dettata dalla emotività del tragico momento, Matteo e Pierluigi sono morti tra le chiacchiere, i presunti scandali, tra immani e irripetibili sciocchezze magari per la voglia di avere qualche minuto di notorietà social.
Come sono morti ma soprattutto perchè sono morti Matteo e Pierluigi dovrà essere materia di studio serio, non di scandalo, il perché non li abbiamo restituiti alle loro famiglie in salute, come ogni giorno, dovrà essere la normale reazione di un sistema serio… o almeno vorremmo che così fosse.
Matteo e Pierluigi sono morti nel luogo che dovrebbe essere tra i più sicuri, la Questura, Matteo e Pierluigi devono essere la nostra coscienza ma anche quella di un sistema che continua a non ragionare su tante cose, a non voler dare tante dotazioni, che sciorina slogan ma non pensa ad aumentare, al netto degli errori inevitabili, le possibilità di sopravvivenza dei propri uomini. L’articolo completo prosegue qui >>> https://paroleingiaccablu.wordpress.com/2019/10/05/matteo-e-pierluigi-potevamo-essere-noi/
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