Roma, 6 agosto 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – I militari italiani in libano sono circa 1200 e sono dislocati a nord, ai confini con israele, se ci sarà un conflitto nella zona, dovranno essere evacuati.
A Beirut la situazione è sempre più difficile: per questo si discute dei pericoli che affrontano i 1200 soldati italiani impegnati nel contingente di peace keeping delle Nazioni Unite. Di questi circa 1100 sono impegnati nella missione UNIFIL, che ha il compito primario di garantire il rispetto della Blue Line e di garantire le condizioni di pace e sicurezza, mentre i restanti 100 sono coinvolti nella MIBIL, la missione bilaterale di addestramento delle forze di sicurezza libanesi.
Le missioni, attive da anni, hanno visto da sempre l’Italia protagonista: anche per questo molti comandanti dell’UNIFIL sono stati tricolori con l’ultimo, Stefano del Col, che ha ricoperto l’incarico fino al 2022. Oggi però i problemi sono aumentati, come ha raccontato il colonnello Bruno Vio, portavoce della Brigata alpina taurinense che ha appena dato il cambio alla Brigata Sassari alla guida del Sector West in Libano. “Dal 7 ottobre se dobbiamo fare un calcolo direi che siamo stati costretti a ripararci nei bunker più o meno quattro giorni su dieci”, ha dichiarato.
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