Migranti: Il ministero della Difesa italiano rispedisce al mittente le accuse dell’Ong

Roma, 30 Giu 2020 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Michele Di Lollo – La guardia costiera libica aveva la giusta competenza per intervenire. Segue. – “Nei pressi navi militari europee che non sono intervenute. Crimine contro l’umanità”. Questa l’accusa mossa alcuni giorni fa dalla nave Mare Jonio legata all’Ong Mediterranea Saving Humas.

Nel bel mezzo del Mediterraneo accadeva che un gommone di disperati, con a bordo un bambino appena nato, sarebbe stato riportato nell’inferno libico da una barca della guardia costiera di Tripoli. Apriti cielo. L’Ong aveva fatto un gran chiasso mettendo sotto accusa i governi di mezza Europa.

La Mare Jonio era molto lontana dall’imbarcazione e aveva quindi rilanciato la richiesta di soccorso anche perché nei pressi incrociavano alcune navi militari dell’operazione Irina che però non erano intervenute.

Mediterranea aveva denunciato che i migranti sarebbero stati raggiunti da una motovedetta libica e che dunque la sorte dei 95, compreso il neonato, sarebbe stata quella del ritorno nei lager libici.

“Vediamo i libici dal radar di Mare Jonio ormai a pochissima distanza dal gommone in difficoltà. A breve decine di persone tra cui un bimbo appena nato saranno catturate e portate alla tortura con piena responsabilità dell’Italia che ha lanciato la segnalazione, ma poi non è intervenuta”, accusava la portavoce Alessandra Sciurba.

A qualche giorno di distanza arriva la posizione ufficile del ministero della Difesa italiano. Un comunicato che denuncia l’ennesima bufala di quest’organizzazione umanitaria.

“La Marina Militare italiana ha nel proprio Dna, come imperativo morale prima ancora che operativo, la salvaguardia della vita umana e il soccorso di chiunque si trovi in condizioni di pericolo in mare. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.ilgiornale.it/news/cronache/difesa-smonta-balle-dellong-rispettate-regole-sui-salvataggi-1873609.html

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