Missioni estero: L’italia fa la guerra ma li raccontano come “impegni di pace”

Roma, 07 Dic 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) . di Fausto Biloslavo – In Afghanistan, Iraq, Siria e Libia i nostri soldati d’élite combattono battaglie vere, con dei morti. Seguiamo. – In Afghanistan gli elicotteri Mangusta continuano a volare e sparano, come è successo pochi mesi fa. Solo che non se ne parla più. I corpi speciali hanno sempre fatto operazioni “combat” pure in Iraq.

Per anni le unità di élite delle task unit Bravo e Alfa a Herat e Farah sono andate a caccia degli obiettivi di alto profilo indicati dalla Nato: i comandanti talebani da catturare. Ma non si può dire perché è una missione di pace» racconta a Panorama un veterano delle operazioni all’estero.

I cinque incursori dei corpi speciali feriti gravemente in Iraq il 10 novembre scorso hanno gettato una luce sulle «guerre fantasma» dell’Italia sempre smentite o mascherate dai vertici militari e governativi in nome del «politicamente corretto».

In realtà, le unità d’élite che all’estero dipendono dal Comando interforze per le operazioni dei corpi speciali (CO.F.S.) dopo l’11 settembre 2001 hanno combattuto duramente per anni e, tuttora, dall’Afghanistan alla Libia, sono impegnati in missioni dove non si portano solo caramelle ai bambini.

Lo dimostra il drone italiano MQ-9 Predator B precipitato nella zona di Tharuna, dove sono posizionate le truppe del generale Khalifa Haftar che assediano Tripoli.

Per far risaltare l’ipocrisia di politici e generali basta leggere le motivazioni delle medaglie conferite a chi è caduto nelle «guerre fantasma» degli italiani. Il tenente incursore Alessandro Romani del Nono reggimento d’assalto paracadutisti Col Moschin venne ucciso il 17 settembre 2010 a Farah, Afghanistan occidentale.  L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.panorama.it/news/esteri/missioni-fantasma-italia-guerra-libia-afghanistan/

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