Pandemia da Covid-19: Lo smart working nelle Forze Armate

Roma, 05 Gen 2021 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Tatiana Basilio – Un’esperienza che si è rivelata positiva e che ha comportato anche un’evoluzione culturale che potrebbe consentire un incremento di efficienza anche dopo il termine della crisi pandemica. Seguiamo. – La “seconda ondata” della pandemia di CoVid-19 ha riportato alla ribalta il tema dello smart working, fortemente incoraggiato anche con il DPCM del 24 ottobre con l’obiettivo di ridurre quanto più possibile i rischi di contagio tra i lavoratori e non solo.

Non fanno eccezione le Forze Armate, che già dalle prime settimane in cui ha iniziato a dilagare il virus SARS-COV-2019 in Italia hanno adottato degli specifici provvedimenti per consentire al proprio personale di attuare efficacemente questa modalità di lavoro a distanza.

Sin dal 09 marzo 2020, infatti, lo Stato Maggiore della Difesa, così come disposto dal Ministro della Pubblica Amministrazione (Direttiva nr. 1 del 25 febbraio 2020 e circolare nr. 1 del 4 marzo 2020), ha emanato una serie di misure per contenere e gestire l’emergenza sanitaria, a cominciare, appunto, dal ricorso all’istituto del “lavoro agile” (articoli dal n. 18 al n. 23 della Legge nr. 81 del 2017) “per la durata dello stato di emergenza, anche in deroga ai limiti imposti dalla normativa generale e nei confronti di categorie per le quali non esistono accordi o normative in materia, compreso quindi il personale militare” (circolare del Gabinetto del Ministro della Difesa nr. M_D GUDC REG2020 0010902 del 6 marzo 2020), tenendo anche conto delle disposizioni di dettaglio del Segretariato Generale della Difesa. L’articolo completo prosegue qui >>> https://news.laran.it/2021/01/lo-smart-working-nelle-forze-armate/

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