Roma, 24 Lug 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Mario Margiocco – Sul programma delle pensioni d’oro e vitalizi da parte del ministro Di Maio si rischia di colpire chi guadagna di meno. Seguiamo. – I Cinque stelle guidati da Luigi di Maio superministro dello Sviluppo economico e del Lavoro sono all’attacco delle pensioni d’oro o parassitarie. Vogliono ricalcolarle con il contributivo, meno generoso del retributivo che paga ancora oggi quasi tutte le pensioni del sistema italiano, circa 17 milioni.
È chiaro che si incomincia dai grossi importi. Ma dimenticare i medi e i piccoli, equivale a dire che il grande furto è reato e il medio assai meno e il piccolo furto di fatto non lo è.
Ai “piccoli parassiti” non si può togliere un granchè, ma nemmeno si può dimenticare che il loro peso complessivo sui conti è notevolissimo, a partire dai falsi invalidi e dalle pensioni baby, circa 600 mila ancora, che da sole pesano per circa 9 miliardi l’anno e dovrebbero costare per circa la metà.
Il pensionato baby riceve infatti una pensione che è spesso la metà di quella del collega rimasto fino a 65 anni, ma ha versato metà contributi e la incassa mediamente per 40 anna e non per 20.
Quindi se il collega riceve 2 mila euro, il baby dovrebbe riceverne 500 e non 1.000. Di Maio e i suoi da un lato vogliono rivedere trattamenti non di rado indebitamente alti – giusto, era ora – dall’altro vogliono introdurre il reddito di cittadinanza, che così come definito finora dalla legge del 2013, prima firmataria Nunzia Catalfo, neopresidente della Commissione Lavoro e previdenza del Senato, è un perfetto veicolo di prepensionamento a vita se non si trova lavoro “adeguato” vicino a casa. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.lettera43.it/it/articoli/economia/2018/07/22/dimaio-taglio-pensioni-vitalizi-ricalcolo/222071/