Roma, 01 Lug 2018 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Simone Micocci – Ai dipendenti pubblici sono riconosciute alcune agevolazioni in materia di riscatto dei contributi ai fini pensionistici. Vediamo di seguito quali sono. – Uno degli strumenti più utili per aumentare l’importo della pensione è quello con cui è possibile riscattare alcuni periodi non coperti da contribuzione.
Solitamente il riscatto dei contributi ai fini previdenziali ha un costo che a seconda dei casi può essere anche molto alto.
Tuttavia l’attuale normativa (DPR 1092/1973) riconosce alcune agevolazioni per i dipendenti pubblici ai quali viene consentito di riunire e riscattare gratuitamente alcuni particolari periodi di servizio non coperti da contribuzione, ad un costo ridotto (in determinati casi in maniera totalmente gratuita).
Capire quali sono i periodi riscattabili ai fini pensionistici naturalmente è molto importante poiché grazie a questo strumento è possibile – con un costo contenuto – garantirsi una rendita superiore a quella che si sarebbe percepita.
Prima di andare avanti c’è un importante chiarimento da fare in merito alla domanda. Nel dettaglio, le domande per il riscatto dei contributi vanno presentate all’INPS, ma ci sono delle scadenze da tenere bene in mente: per gli statali la richiesta di riscatto va presentata con almeno 2 anni di anticipo dal raggiungimento del limite di età previsto per la cessazione del servizio, pena la decadenza del diritto.
Vediamo quindi quali sono questi periodi e quali sono i costi per riscattarli ed aumentare l’assegno previdenziale.
Quando il riscatto è gratuito
In linea generale i lavoratori statali possono beneficiare del ricongiungimento gratuito di tutti quei servizi resi allo Stato e ad Enti Locali, ovvero di tutti quelli prestati tramite l’iscrizione alle Casse gestite dall’ormai ex Inpdap. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.money.it/pensioni-dipendenti-pubblici-periodi-riscattare-aumento-assegno