Roma, 30 Apr 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Simone Micocci – Vediamo in quali casi conviene farvi ricorso. Seguiamo. – La pace contributiva è una delle novità più importanti di questo 2019; ma è davvero così conveniente come si crede? In molti casi sì, come vi spiegheremo nel dettaglio nel prosieguo dell’articolo.
La riforma delle pensioni attuata con il decreto 4/2019 non sarà ricordata solo per Quota 100; sono state introdotte, infatti, anche delle misure che aiutano il cittadino a maturare più contributi per la pensione, come il riscatto della laurea agevolato e la pace contributiva, due misure simili ma differenti tra di loro che non devono essere confuse.
La pace contributiva è la misura che permette di riscattare ai fini pensionistici i periodi non lavorati, purché compresi in due periodi lavorativi, per un massimo di cinque anni.
L’onere da pagare – a differenza del riscatto della laurea agevolato per il quale è previsto un contributo fisso – varia a seconda dell’ultima retribuzione percepita dall’interessato; così come il riscatto della laurea ordinario, infatti, si prende come riferimento l’ultima retribuzione annua e la si moltiplica per l’aliquota IVS del 33%.
Di conseguenza più è alta la retribuzione percepita e maggiore è il costo da pagare per il riscatto di ogni anno non lavorato.
Ci sono però delle condizioni ulteriori da soddisfare per poter ricorrere alla pace contributiva: intanto questa misura è riservata esclusivamente ai lavoratori che rientrano interamente sotto il calcolo della pensione con sistema contributivo, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.money.it/pensioni-pace-contributiva-quando-conviene