Roma, 08 Gen 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – Dopo il segretario della Difesa Mattis e l’inviato per la coalizione anti Isis McGurk, altra testa caduta. Segue. – Cade un’altra testa al Pentagono: è quella del capo di gabinetto Kevin Sweeney, il contrammiraglio che è stato uno dei più stretti collaboratori del segretario alla difesa James Mattis, e come lui contrario al ritiro delle truppe Usa dalla Siria e dall’Afghanistan.
Proprio per questo – spiegano fonti governative – dietro alle improvvise dimissioni di Sweeney ci sarebbe lo zampino della Casa Bianca, che di fatto lo avrebbe costretto all’addio come accaduto con lo stesso Mattis e con la portavoce del dipartimento alla difesa Dana White.
Dunque, l’operazione di rimpasto avviata nell’amministrazione Trump dopo le elezioni di metà mandato non si ferma e – osservano in molti – assomiglia sempre più ad un’epurazione: via chi non è allineato e frena l’agenda del presidente.
Con quest’ultimo che ora può contare sui pochissimi rimasti della vecchia guardia – come il genero Jared Kushner e lo stratega Stephen Miller – e su una rinnovata cerchia di fedelissimi come il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e il nuovo capo dello staff della Casa Bianca Mick Mulvaney.
Tutti convocati nel weekend nella residenza presidenziale di Camp David per fare il punto della situazione: dalla questione Siria a quella del muro col Messico e dello shutdown che entra nella sua terza settimana.
Un vero e proprio ritiro, insomma, dei più stretti consiglieri e collaboratori del tycoon per decidere cosa fare e come contrastare la nuova realtà creatasi in Congresso, con i democratici in maggioranza alla Camera. L’articolo completo prosegue qui >>> https://www.lastampa.it/2019/01/06/esteri/terzo-addio-al-pentagono-lascia-anche-il-capo-di-gabinetto-kevin-sweeney-WdSkYZfrUtBqVOvjkLhw8I/pagina.html