Rapporto Esercito 2018: Il punto del Gen. Vincenzo Santo

Roma, 30 Apr 2019 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – di Vincenzo Santo – Santo: “Sul personale sarebbe ora di riflettere seriamente”. Segue. – Ho letto il recente “Rapporto Esercito 2018”. L’ennesimo grido di allarme, per chi sa leggere, che la Forza Armata “porge” alle orecchie dei nostri politici.

Ahimè, temo ormai sorde. Se ne trae, pur con il garbo istituzionale con cui il documento si presenta, una situazione che è di disagio, al di là delle polemiche di vario ordine che si potrebbero ancora alimentare sulle buche delle strade romane, sulla guardianìa ai campi Rom oppure sull’interminabile e costosissima, non solo dal punto di vista pecuniario, “Strade Sicure”. Sempre che chi legge voglia anche capire.

Ho già scritto mesi fa sull’argomento, chiedendomi che tipo di Esercito si voglia avere. Ci ritorno, approfittando di questa uscita.

Correttamente, il documento parte dall’esame del personale, per poi toccare altri aspetti, dall’organizzazione all’addestramento sino agli equipaggiamenti.

Un quadro chiaro, come chiara fu l’audizione che tenne pochi mesi fa l’attuale Capo di Stato Maggiore, Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, alle Commissioni Difesa e della quale, ripeto, ho già scritto.

Pochi sono gli aspetti sui quali questa volta mi soffermerò brevemente: personale, addestramento e ammodernamento. Ma secondo un mio ordine.

Tanto per cominciare, voglio rimarcare che per un Esercito di professionisti le unità devono essere stanziate dove esistono aree addestrative e poligoni che consentano loro di condurre attività addestrative ed esercitative ad ampio respiro.

Gli “antichi” direbbero: per non meno del livello di gruppo tattico su base battaglione. E dove non esistono queste strutture vadano create o “recuperate”.

Oppure si vada anche all’estero. Quindi occorrono risorse!  L’articolo completo prosegue qui >>> http://www.reportdifesa.it/rapporto-esercito-2018-altro-che-dual-use-e-resilience/

 

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