Riarmo Italia: tra dubbi e la carenza di Soldati

Roma, 11 marzo 2025 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo)  – Il riarmo dell’Italia passa obbligatoriamente dalla riforma o la cancellazione della fu legge Di Paola che tanto male ha fatto alle Forze Armate.

Le armi proprie, oggi diremmo le Forze Armate, sono la miglior tutela della libertà di repubbliche e principati, ma non da sole. Per Machiavelli due sono infatti i fondamenti dello Stato: buone “arme” e buone leggi, la forza e il diritto; “non può essere buone legge dove non sono buone arme, e dove sono buone arme conviene sieno buone legge”. Queste “buone arme” sono innanzitutto i buoni soldati e nella concezione tipicamente repubblicana del Machiavelli solo il buon cittadino è buon soldato e viceversa. Da qui l’ammirazione per le comunità della Magna (i territori tedeschi dell’Impero): sobrie, ordinate, dedite alla preparazione della guerra, pur senza amarla, e alle periodiche esercitazioni militari.

Tra XV e XVI secolo il sistema degli Stati italiani, straordinariamente ricchi e culturalmente avanzati, si trovò improvvisamente stretto e travolto dalle due grandi potenze dell’epoca: Francia e Spagna. L’unica speranza di salvezza, per Machiavelli, era l’unione politica unita ad “arme” capaci di far fronte alla minaccia e, come noto, egli s’impegnò nel reclutamento e addestramento di una milizia fiorentina, che tuttavia nel 1512 fallì la prova del fuoco. Prima che militare la crisi fiorentina e italiana era tuttavia politica ed etica.

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