Roma, 29 gennaio 2025 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – I sistemi di difesa dei vari paesi europei si adeguano a quelle che sono le esigenze delle attuali situazioni geopolitiche, vediamo come.
Con la fine della Guerra Fredda gli Eserciti occidentali hanno drasticamente modificato la propria struttura, la dottrina d’impiego e i programmi di acquisizione. Trent’anni di quelle che sono state chiamate “operazioni di pace”, “operazioni di stabilizzazione”, o al più di “Counter-Insurgency”, hanno portato a pensare che, tra le altre cose, le forze dell’Occidente avrebbero goduto della totale superiorità aerea.
L’eventuale minaccia aerea e missilistica nemica sarebbe stata letteralmente spazzata via dagli strike alleati ancor prima di avere i famosi “boots on the ground”, lasciando alle truppe di terra il compito di ripulire eventuali sacche di resistenza e di ripristinare l’ordine.
Se si analizzano le difese antiaeree/antimissile dei Paesi NATO, si può agevolmente vedere che le brigate dispongono di una copertura antiaerea davvero esigua: generalmente una sola batteria di missili leggeri MANPADS all’interno del Battaglione/Gruppo di artiglieria, da distribuire per una (esile) protezione delle varie pedine di manovra.
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