Roma, 10 dicembre 2024 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – I miliziani che hanno tenuto testa alle forze di liberazione sono dei gruppi armati mantenuti da alcune super potenze, tra cui la russia e iran, impiegandoli al posto forze regolamentari.
La milizia islamista che ha guidato l’insurrezione è quella dell’Hayat Tahrir al-Sham. Significa in arabo “Organizzazione per la Liberazione del Levante” ed è abbreviato in HTS.
L’embrione del gruppo è nato nel 2011, anno in cui sono esplose le rivolte in molti Paesi arabi, compresa la Siria, come affiliato di Al-Qaeda, la rete terroristica fondata da Osama Bin Laden che ha condotto gli attacchi dell’11 settembre 2011 contro gli Stati Uniti. All’origine si chiamava però Jabhat al-Nusra (Fronte al-Nusra). Leader della milizia era ed è Abu Mohammed al-Jolani, oggi 42 anni, vero nome Ahmed Husayn al-Sharaa. Fattosi le “ossa” da combattente islamista con Al-Qaeda in Iraq, quando obiettivo delle costanti imboscate erano i soldati americani che avevano deposto Saddam Hussein, dal 2011 al-Jolani è tornato nella sua Siria, ha fondato il “suo” gruppo, anche col sostegno del leader dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi.
Nel 2016, con la rivoluzione siriana fallita, il Fronte al-Nusra ha rotto con Al-Qaeda e s’è unito ad altre fazioni per dar vita – formalmente da gennaio 2017 – all’Hayat Tahrir al-Sham. Obiettivo: unificare le forze della rivolta contro Assad sotto una leadership islamica nel nome di una “Jihad del popolo”. Sconfitte ma non distrutte, quelle forze erano rimaste da allora in controllo di una porzione di territorio nell’area di Idlib, del nord-ovest della Siria, nei pressi del confine con la Turchia.
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