Roma, 27 giugno 2025 – (Pubblichiamo un estratto del seguente articolo da leggere nella sua completezza collegandosi al link indicato a fine paragrafo) – L’aumento dei fondi per la difesa al 5% riporta alla memoria gli incrementi delle spese per la difesa ad inizio del 900.
La spesa per la difesa è da sempre una cartina di tornasole delle tensioni geopolitiche. Negli Stati Uniti, come tra gli alleati NATO, la percentuale del PIL destinata al comparto militare ha oscillato nel tempo in risposta a guerre mondiali, sfide sistemiche e crisi regionali.
Un dato ricorre in modo trasversale: la soglia del 4% del PIL. Quando la spesa la supera, raramente si tratta di tempi di pace, significa una sola cosa: guerra.
La storia lo dimostra con chiarezza. Eppure oggi, dopo il vertice dell’Alleanza appena concluso, si propone ufficialmente di puntare al 5% del PIL, senza dire contro chi. Perché non si ha il coraggio di chiarirlo?
Di fronte a una soglia così netta, non è solo questione di numeri: è questione di onestà politica e strategica.
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